Perchè non cercare di capire – e riprodurre – le condizioni che prevengono le patologie anzichè cercare di porvi rimedio a posteriori?

Il concetto di Blue Zone nasce all’inizio degli anni 2000 in seguito alla realizzazione di un’importante indagine demografica sulla longevità umana pubblicata sulla rivista di settore Experimental Gerontology. Nello studio, il demografo Michel Poulain e il medico-ricercatore Gianni Pes identificano la regione centro-orientale della Sardegna come un’area ‘ad alta longevità’ per via di una concentrazione di ultracentenari di molto superiore alla media mondiale. Nell’analizzare questo fenomeno, Poulain e Pes tracciarono una serie di cerchi concentrici blu attorno ai villaggi sardi caratterizzati da un indice di longevità particolarmente elevato; da qui l’espressione ‘Blue Zone. Da allora, la comunità scientifica ha esteso il termine Blue Zone ad altre quattro aree geografiche ad alta longevità sparse in tutto il mondo: Okinawa in Giappone; Nicoya in Costa Rica; Icaria in Grecia; Loma Linda in California.

Lo studio delle Blue Zones ha impresso un enorme impulso allo sviluppo della medicina anti-aging. Le variabili maggiormente correlate all’eccezionalità di queste comunità sono state catalogate e analizzate. Estrapolandone un principio più generale, le leve della longevità sana e attiva risultano essere: alimentazione, stress e del dolore, attività fisica, relazioni sociali. Il Metodo Cerva 16 è costruito sui pilastri di queste specialità: nutrizione, psicoterapia ericksoniana e medicina antalgica, osteopatia-fisioterapia-personal trainer, endocrinologia. 

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